Scopriamo chi erano i genitori del grande Massimo Troisi, attore indimenticabile: tutto su mamma Elena Andinolfi e papà Alfredo Troisi.
Elena Andinolfi e Alfredo Troisi erano i genitori di Massimo Troisi, l’indimenticabile volto del cinema, del teatro e dello spettacolo italiano scomparso nel 1994. Scopriamo tutto quello che è emerso sulla loro storia, dalla biografia alla vita privata…
Elena e Alfredo Troisi genitori di Massimo Troisi: la biografia
I genitori di Massimo Troisi, Elena Andinolfi e Alfredo Troisi, erano lontani dal mondo dello spettacolo e del cinema in cui si è affermato il loro figlio poi diventato un attore tra i più grandi della scena italiana.
La madre di Massimo Troisi, Elena, era una casalinga ed è morta nel 1971. Il padre dell’attore, Alfredo, era un ferroviere nato nel 1911 (sei anni prima della moglie) e scomparso nel 1999.
Elena e Alfredo Troisi genitori di Massimo Troisi: la vita privata
Per quanto riguarda la vita privata, i genitori di Massimo Troisi sono sempre stati riservatissimi e le poche informazioni emerse trapelano dalla biografia dell’attore.
Elena e Alfredo Troisi hanno costruito una famiglia numerosa e unita e hanno vissuto a San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli.
Dalla loro unione sono nati sei figli e Massimo Troisi era l’ultimogenito (la data di nascita dell’attore è 19 febbraio 1953).
Dopo la prematura scomparsa della madre, avvenuta nel 1971, Massimo Troisi avrebbe intrapreso un intenso percorso in ambito teatrale.
Suo padre Alfredo, però, avrebbe insistito tanto per fargli terminare gli studi e perché facesse un concorso per seguire le sue orme nel mondo del lavoro. La determinazione del figlio, però, sarebbe stata ferrea e il resto della storia è la cronaca intramontabile di un mito.
Secondo quanto emerso sulla vita familiare dei Troisi, negli anni ’50 genitori e figli si sarebbero trasferiti in un’altra casa per vivere insieme ad altri parenti tra cui i nonni materni dell’attore.
Famosa una citazione dello stesso Massimo Troisi che offre un ritratto della sua famiglia numerosa: “Sono nato in una casa con 17 persone. Ecco perché ho questo senso della comunità assai spiccato. Ecco perché quando ci sono meno di 15 persone mi colgono violenti attacchi di solitudine“.