Tra le prove acquisite dai pubblici ministeri nel processo per l’omicidio Tramontano vi è anche un messaggio vocale inviato dalla vittima.
Poco prima di essere uccisa, la sera del 27 maggio 2023, Giulia Tramontano aveva incontrato l’altra donna frequentata in segreto da Alessandro Impagnatiello, ed era decisa ad avere un confronto con lui per mettere fine alla loro relazione. Nell’ultimo messaggio vocale inviato tramite WhatsApp ad un’amica, la ragazza – che com’è noto è stata poi tragicamente uccisa insieme al figlio che portava in grembo – aveva affermato:
“Io lo lascio. Andrò avanti con mio figlio”. L’audio è stato acquisito tra le prove che Alessia Menegazzo e Letizia Mannella, le pubbliche ministre che rappresentano l’accusa, presenteranno durante il processo.
Giulia Tramontano: l’ultimo messaggio
Nella prima udienza del processo per l’omicidio Tramontano, Alessandro Impagnatiello ha pianto e ha chiesto scusa. I familiari di Giulia però non hanno accettato le sue scuse, e sono usciti dall’aula per non ascoltarlo.
“Puoi chiedere scusa se per errore hai urtato lo specchietto della mia auto. Non puoi chiedere scusa se hai avvelenato e ucciso mia sorella e mio nipote, prendendoci in giro e deridendone la sua figura”, ha scritto sui social Chiara Tramontano, sorella della vittima, il pomeriggio del 18 gennaio. Intanto (stando a quanto riportano Open) è emerso che tra le prove acquisite dalla magistratura vi sarebbe l’ultimo messaggio vocale inviato da Giulia ad un’amica poche ore prima di essere uccisa e in cui manifestava l’intenzione di lasciare definitivamente Alessandro.
Tra le prove vi sarebbe poi anche un video in cui si vede Impagnatiello abbracciare la compagna durante una festa organizzata per il figlio in arrivo il 17 marzo scorso. Stando a quanto emerso, all’epoca dei fatti il barman aveva già iniziato a somministrare all’inconsapevole vittima del veleno per topi. Nel filmato sarebbe visibile anche il tappeto del salotto in cui Giulia verrà uccisa due mesi più tardi, e che è stato tolto dalla scena del crimine per pulire il pavimento dal sangue. Per la procura si tratterebbe di una delle prove della premeditazione dell’omicidio.