Opzione donna verso la rivoluzione: le novità per il 2024 non promettono bene, ma l’ultima parola spetta al Parlamento.
Tra i tanti argomenti trattati dall’ultima manovra finanziaria del Governo Meloni c’è anche Opzione donna. La misura sembra destinata ad una vera e propria rivoluzione, ma le novità del 2024 non sono per niente positive. Vediamo cosa potrebbe riservarci il futuro.
Opzione donna verso la rivoluzione: tutte le novità per il 2024
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è stato chiaro: nel 2024 “sarà più restrittivo l’accesso al pensionamento anticipato“. Al vaglio dell’esecutivo, come si sapeva già da qualche settimana, c’è Opzione donna che, salvo imprevisti, dovrebbe confluire in un unico fondo insieme all’Ape Sociale, ossia l’ammortizzatore sociale di accompagnamento alla pensione destinato a disoccupati, caregiver e disabili (con 30 anni di contributi).
Questo significa che l’accesso anticipato al pensionamento dovrebbe definitivamente sparire. La manovra finanziaria del Governo punta a rivoluzionare Opzione donna, ma anche a cambiare l’Ape social e Quota 103. Lo scopo è creare un fondo unico per l’accesso alla pensione, con criteri chiari: 63 anni di età e 35 di contributi. I requisiti sono uguali per tutti, dai caregiver ai disoccupati, passando per quanti svolgono lavori gravosi, i disabili e le donne. E’ chiaro, quindi, che si alza l’età, da 60 andiamo a 63.
Pensione per le donne: le novità non promettono bene
E’ bene sottolineare che, al momento, è ancora presto per capire cosa cambierà effettivamente con il fondo unico di Opzione donna e Ape social e Quota 103 dall’altro lato. Nonostante tutto, le novità 2024 non promettono bene. Sembra che alle donne con figli saranno destinati “criteri più morbidi“, ma non abbiamo informazioni certe. Si parla di un calo di requisiti contributivi a 30 anni, ma si tratta solo di voci di corridoio.
In ogni modo, la nuova manovra non sembra agevolare le donne, anzi. Mesi fa si parlava di ampliare la platea, ma sembra che sia stata ristretta, e non di poco. Per avere qualche conferma, speriamo in positivo, non possiamo fare altro che attendere la decisione del Parlamento su quanto proposto dal consiglio dei Ministri.