Piangere di felicità fa bene: ecco perché il pianto di gioia non è solo utile, ma in molti casi anche necessario per non reprimere le nostre emozioni.
A chi non è mai capitato di piangere per la felicità? Quante volte una gioia immensa e improvvisa ci ha portati alle lacrime. Un lieto evento, una nascita, una cerimonia, o anche semplicemente un gol della nostra squadra del cuore, sono eventi che possono suscitare in noi un’emozione così forte da far affiorare ai nostri occhi le lacrime. Questo pianto fa bene, e non va assolutamente represso. Piangere è un atto naturale, che facciamo non appena veniamo al mondo, e non è sempre sinonimo di tristezza. “Non tutte le lacrime sono un male“, affermava Gandalf nel film Il Signore degli Anelli – Il Ritorno del Re. E aveva assolutamente ragione: ecco il motivo.
Piangere per la felicità: tutti i benefici
Le lacrime sono spesso collegate a un momento di tristezza, ma possono rappresentare anche una gioia immensa, irresistibile. Il punto è infatti questo: non sono un simbolo di un sentimento in particolare, bensì dell’intensità che un’emozione fa scaturire nel nostro cuore. Il pianto rappresenta il climax di sensazioni che ci invadono in determinati momenti della vita e che, non riuscendo a gestire, vengono in un certo senso “decompresse” attraverso un pianto liberatorio, spesso accompagnato da un sorriso contagioso.
Il pianto di gioia è un modo per elaborare un’emozione troppo grande per poter essere contenuta, ed è per questo che non va in alcun modo represso. Lo dimostrano diversi studi scientifici e psicologici. Anzi, quando la felicità ci travolge fino alle lacrime, dobbiamo avere il coraggio di abbandonarci a questo pianto liberatorio, per accompagnare le nostre emozioni e permettere loro di esprimersi nel modo più naturale possibile, senza pensare minimamente al fatto che le lacrime siano un gesto di debolezza. La cultura della fragilità legata alle lacrime, sia per la donna che per l’uomo, infatti, è solo il frutto di una generalizzazione che non ha fatto altro che creare complessi totalmente innaturali in tutti noi, con danni spesso evidenti anche a livello psicologico.
Cosa succede al corpo dopo aver pianto?
Ma perché piangere fa bene a livello scientifico? Le lacrime hanno un potere quasi curativo. Permettono di abbassare il livello di stress e ansia (grazie alla produzione dell’adrenocorticotropo), allentando la pressione su di noi. Sia quando siamo tristi che quando siamo felici, servono come uno sfogo per evitare un accumulo di emozioni. Trattenere al nostro interno ciò che stiamo provando è infatti dannoso sia a livello fisico che mentale.
Piangere ci permette di rilasciare endorfine, ormoni benefici che fungono da antidolorifico naturale, ed encefaline, altri ormoni dal compito molto simile. E non solo. Aiutano infatti anche a ridurre il livello di manganese, una sostanza chimica che può diventare dannosa se presente in eccesso nel nostro corpo. Per tutti questi motivi piangere regala una sensazione di benessere immediata, alleviando ogni tipo di dolore e permettendoci di stare immediatamente meglio.