Direttore creativo della casa di moda Balmain, Olivier Rousteing è considerato un vero e proprio prodigio della moda: a lui è stato dedicato il documentario Wonder Boy.
Di origini francesi, Olivier Rousteing ha vissuto un’infanzia felice grazie ai genitori adottivi. Ancora alla ricerca dei suoi parenti biologici, il giovane stilista ha studiato duramente per affermarsi nel mondo della moda. Dal 2011 è direttore creativo della casa di moda Balmain ma, all’inizio, la giovane età e il colore della pelle lo hanno portato ad attirare su di sé gli sguardi e gli occhi degli esperti di moda, troppo scettici nei suoi confronti.
La biografia di Olivier Rousteing
Nato a Bordeaux il 13 settembre 1985 sotto il segno della Vergine, lo stilista francese è stato adottato da un’ottica e un gestore di porti marittimi.
Da adulto, poi, si è messo alla ricerca dei suoi genitori biologici scoprendo di essere nato da una donna di origine somala e da un uomo etiope.
Sotto la guida dei genitori adottivi, Olivier Rousteing si è inizialmente iscritto alla facoltà di giurisprudenza, salvo poi abbandonare questa tipologia di studi per dedicarsi a quelli più vicini al suo talento.
Così, trasferitosi a Parigi, si iscrive all’ESMOD – Ecole Supérieure des Arts et Techniques de la Mode – completa il percorso di studi e ottiene uno stage per la casa di moda italiana, Roberto Cavalli.
La carriera di Olivier Rousteing
Entrato come stagista da Roberto Cavalli nel 2003, Olivier Rousteing dimostra il suo talento diventando prima assistente e poi direttore creativo della collezione femminile.
L’esperienza per l’etichetta italiana dura cinque anni, poi per lo stilista francese arriva l’incontro che gli cambia la vita: quello con Balmain.
Dal 2009 inizia a lavorare a stretto contatto con il direttore creativo della casa di moda francese, Christophe Decarnin, e nel 2011 lo sostituisce nel suo ruolo.
A soli 25 anni, da semi sconosciuto, Olivier Rousteing diventa art director di uno dei marchi più importanti della moda, attirando su di sé gli occhi degli “anziani” dell’ambiente.
Il talento dello stilista, però, è indiscutibile e in pochissimo tempo introduce delle novità in Balmain che portano la società ad aumentare notevolmente il fatturato aprendo, così, il primo negozio a Londra e a Soho, a New York.
Il nome di Olivier Rousteing, quindi, diventa uno dei più noti a livello mondiale grazie anche all’amicizia con star del calibro di Kim Kardashian, Jennifer Lopez, Rihanna, Björk, Beyoncé, Justin Bieber, Nicki Minaj e Chris Brown, che fanno volare il suo profilo Instagram raggiungendo milioni di follower.
La vita privata di Olivier Rousteing
Dichiaratamente gay, Olivier Rousteing non ha mai amato esporre la sua vita privata sui social tenendo, quindi, ben nascosto il nome del suo compagno.
Riservatissimo anche sui guadagni che incassa grazie al lavoro di fashion designer, lo stilista francese ha fatto parlare di sé a causa di un incidente in cui è rimasto coinvolto.
Per diverso tempo, infatti, ha deciso di non mostrarsi, salvo poi rivelare di essere sopravvissuto ad un incendio scoppiato nella sua abitazione.
Olivier Rousteing ha riportato sul corpo diverse ustioni e ha deciso, una volta guarito, di mostrarsi così come era all’uscita dall’ospedale: pieno di cicatrici e quasi completamente bendato per i danni dell’incendio.
“[…]Mentre mi riprendevo, ho lavorato giorno e notte per dimenticare e creare tutte le mie collezioni, cercando di far sognare il mondo e allo stesso tempo nascondendo le cicatrici con mascherine, dolcevita, maniche lunghe e persino anelli a profusione su tutte le mie dita per le interviste o i servizi fotografici – ha scritto lui su Instagram – . E ho davvero capito che il potere dei social media è quello di rivelare solo ciò che vuoi mostrare! Un po’ come permetterci di creare la nostra narrativa speciale che evita ciò che non desideriamo vedere o mostrare[…]”.
A distanza di un anno, lo stilista si è ripreso dall’incidente e ha trasferito questa sua esperienza nella collezione di Balmain Primavera/Estate 2022.
4 curiosità su Olivier Rousteing
– Ha disegnato i costumi per l’opera Renaissance coreografato da Sébastien Bertaud e inaugurato all’Opéra de Paris il 13 giugno 2017
– Il documentario Wonder Boy è incentrato sulla sua vita di ragazzo prodigio
– Credeva di essere di etnia mista prima di scoprire l’origine dei suoi genitori biologici
– Uno dei suoi motti è: “La moda è rivoluzione, non evoluzione”