Vediamo a cosa serve il vaccino per la pertosse, se rientra nelle vaccinazioni obbligatorie e quando bisogna farlo.
La pertosse è una malattia infettiva di origine batterica che colpisce soprattutto bambini al di sotto dei 5 anni. Grazie al vaccino per la pertosse, la patologia è abbastanza rara nel nostro paese. Ricordiamo che la pertosse può avere complicanze e conseguenze anche molto gravi, soprattutto nei neonati e nei bambini al di sotto di un anno di età . In virtù del fatto che il vaccino, con il ciclo completo, ha un’alta efficacia nel prevenire l’infezione, la vaccinazione è estremamente importante. Vediamo quando si fa il vaccino antipertosse.
Vaccino per la pertosse: quando si fa?
Il vaccino antipertosse rientra tra le vaccinazioni nel primo anno di età e viene somministrato come parte del vaccino esavalente. Il ciclo di vaccinazione completo è composto da tre dosi, la prima viene effettuato al 3°mese, la seconda al 5° e l’ultima all’11esimo mese. Il vaccino esavalente, oltre a proteggere dalla pertosse, offre protezione anche dalla difterite, dal tetano, dalla poliomielite, dall’epatite e da Haemophilus influenzae di tipo b.
Per quanto riguarda la pertosse è previsto anche un richiamo a 5 – 6 anni. Il richiamo viene effettuato in genere sempre con vaccini combinati e si ha quindi un vaccino quadrivalente per difterite, pertosse, tetano e poliomielite.
Vaccino antipertosse in gravidanza
Il vaccino per la pertosse rientra anche nelle vaccinazioni raccomandate durante la gravidanza. In particolare vengono raccomandate le vaccinazioni per difterite, tetano e pertosse. Il Ministero della Salute raccomanda di somministrarlo preferibilmente intorno alla 28esima settimana e comunque nel periodo compreso tra la 27esima e la 36esima settimana della gestazione. Visto che i rischi della pertosse sono più elevati quando la patologia si presenta nei primi mesi di vita, la vaccinazione in gravidanza è ancora più importante per proteggere il nascituro.