L’imperatrice che volle rimanere vergine
3 Marzo: la santa del Giorno è Santa Cunegonda, discendente di Carlo Magno, Vergine Imperatrice di Germania, amatissima dal marito Enrico.
Amore e fede vincono la ragion di stato
Cunegonda nacque intorno al 975 da Sigfrido di Lussemburgo e di Edvige di Nordgau, nelle cui ascendenza spiccava il nome di Carlo Magno.
All’età di 13 anni Cunegonda andò in sposa al Duca di Baviera Enrico IV il quale, alla morte dell’Imperatore Ottone III, che non aveva lasciato eredi, divenne Imperatore di Germania.
Enrico fu incoronato Imperatore nel 1002 dall’Arcivescovo di Magonza, con una cerimonia a cui Cunegonda non ebbe alcun ruolo. La sposa dell’Imperatore fu infatti incoronata ufficialmente imperatrice di Germania due mesi dopo.
Secondo quanto si è sempre tramandato, l’Imperatrice espresse all’Imperatore il desiderio di rimanere vergine, in virtù della sua profonda fede. Per il grande amore che le portava Enrico accettò il desiderio della moglie rinunciando di fatto ad avere un erede che avrebbe potuto proseguire la sua dinastia. Enrico era mosso da grande fede – tanto da essere canonizzato dopo la morte – ma non sopportò le calunnie secondo le quali l’Imperatrice aveva concesso le sue grazie ad altri ma non all’Imperatore.
Enrico stabilì che Cunegonda fosse sottoposta a un’ordalia per accertare la sua buona fede: l’Imperatrice fu obbligata a camminare su carboni ardenti ma ne uscì miracolosamente incolume. L’Imperatore supplicò il perdono della sua sposa e non dubitò mai più della sua fedeltà.
Si deve a questa devota coppia imperiale la costruzione della Cattedrale di Bamberga, dell’abbazia benedettina e in particolare all’imperatrice due altri monasteri.
3 Marzo: la Santa del Giorno è Santa Cunegonda
Alla morte di Enrico, l’Imperatrice governò in sua vece per due mesi, fino all’insediamento del successore, Corrado II. Cunegonda si ritirò nel monatero di Kaufngen e rinunciò alla dignità imperiale. Condusse l’ultima parte della sua vita in povertà, preghiera e abnegazione e morì il 3 Marzo del 1039. Fu canonizzata nel 1200 e viene attribuita a lei la salvezza di Bamberga durante la seconda Guerra Mondiale, quando la città fu avvolta da una spessa coltre di nebbia che ne impedì il bombardamento.