2 Febbraio: la Presentazione del Signore

2 Febbraio: la Presentazione del Signore

Si ricorda in questo giorno la profezia di Simeone

2 Febbraio: la Presentazione del Signore è l’episodio che vede Maria condurre suo figlio al Tempio per consacrarlo.

La legge dell’Antico Testamento

Secondo quanto stabilito nell’Antico Testamento, tutti i bambini nati da genitori di religione ebraica dovevano essere condotti al Tempio per essere consacrati al Signore. Questa usanza faceva riferimento a quanto avvenne durante la schiavitù degli Ebrei in Egitto. Dio avrebbe inviato un Angelo Sterminatore ad uccidere tutti i primogeniti d’Egitto, risparmiando soltanto quei bambini che gli erano stati direttamente consacrati, cioè i figli degli schiavi ebrei.
Una seconda legge prevedeva che le madri ebree si recassero al Tempio per compiere sacrifici e per essere purificate dopo il parto. Questa cerimonia doveva avvenire 40 giorni dopo la nascita di un figlio e 80 giorni dopo la nascita di una figlia.
Poiché le due cerimonie potevano essere compiute assieme, Maria e Giuseppe si recarono al Tempio di Gerusalemme 40 giorni dopo la nascita del Cristo, nonostante il fatto che non fossero tenuti a farlo in virtù della natura divina del bambino e della verginità di sua madre.

2 Febbraio: la Presentazione del Signore

Anche se non vi era tenuta, Maria volle rispettare la legge della Torah in segno di totale obbedienza a Dio. Si recò quindi al Tempio e lì incontrò Simeone. Simeone era un uomo estremamente pio e devoto a cui Dio aveva assicurato che non sarebbe morto prima di vedere con i suoi occhi il Salvatore.
Quando Simeone vide Maria con il Bambino, riconobbe in loro la Madre e il Figlio, quindi pronunciò una profezia:  “I miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti” e, rivolto a Maria “Una spada ti trapasserà l’anima”.
La prima parte della profezia di Simeone rivive nella benedizione delle candele che si opera il 2 Febbraio. La seconda parte della profezia rivelò a Maria che l’offerta simbolica che ella stava compiendo, consacrando il Bambino a Dio, si sarebbe tradotta nel reale sacrificio di suo Figlio sulla Croce.