10 Gennaio: il Santo del Giorno è Gregorio di Nissa

Il sapiente che seppe spiegare la teologia ai semplici

10 Gennaio: il Santo del giorno è San Gregorio di Nissa, allievo di Basilio il Grande e uno dei tre grandi Padri della Chiesa, che ne svilupparono la teologia per come la conosciamo.

La vita e il legame con San Basilio

Nato a Cesarea in Cappadocia verso la metà del quarto secolo dopo Cristo, in gioventù Gregorio fu piuttosto refrattario alla dottrina cristiana, preferendo dedicarsi agli studi classici e alle varie scuole della filosofia greca.
Come per molti santi, giunse anche nella vita di Gregorio una profonda crisi mistica che lo spinse a trovare asilo e conforto nel monastero fondato da San Basilio. Qui, grazie alla guida umana e spirituale di Basilio abbracciò completamente la dottrina cristiana fino a che il suo maestro e mentore decise di mettere alla prova la sua fede e le sue capacità politiche consacrandolo vescovo di Nissa dove in quel periodo i Cristiani che vi risiedevano stavano subendo le persecuzioni dell’imperatore Valente, vicino all’eresia ariana.
Nonostante il fatto che le sue capacità come amministratore di una sede vescovile lasciassero piuttosto a desiderare, l’impegno e l’efficacia di Gregorio nel difendere le posizioni della dottrina cristiana superarono di gran lunga le aspettative di Basilio.
Nonostante la giovane età infatti cominciò ben presto a essere considerato una delle colonne portanti dell’ortodossia cattolica perfino in seno al Concilio di Costantinopoli, durante il quale si condannò l’eresia ariana e si affermò definitivamente la natura divina e non soltanto umana di Cristo.

10 Gennaio: il Santo del giorno è San Gregorio di Nissa, oratore per i semplici

Una delle migliori capacità di Gregorio fu quella di riuscire a tradurre concetti complessi come quelli espressi dalla teologia cristiana in parole che potessero essere comprese anche dagli uomini più semplici. Riuscì inoltre a gettare un ponte culturale che potesse mettere in comunicazione l’antica cultura classica e la nuova sapienza di matrice cristiana assumendo, ad esempio, la distinzione platonica tra il mondo materiale e il mondo delle idee. Dedusse da questo che l’intelletto umano, appartenendo al mondo materiale, finito e imperfetto, non potesse comprendere completamente la natura divinamente perfetta di Dio e, qualora si avvicinasse a farlo, la sua conoscenza sarebbe comunque limitata. A quella conoscenza limitata e continuamente perfezionabile però l’uomo avrebbe dovuto continuamente aspirare alla ricerca della propria elevazione spirituale verso la contemplazione di Dio.

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